Borghi del Cerro

Dopo la sosta a Catremerio, ci si incammina partendo dalla contrada del Baloss, vicino alla chiesa, percorrendo una strada recentemente ristrutturata verso il cimitero, un altro piccolo gioiello circondato da prati a perdita d’occhio. Da lì si prosegue lungo la mulattiera, ancora per ampi tratti perfettamente lastricata, superando una piccola valletta e contornando le pendici del Pizzo Cerro.

In località “Trucca”, dove si cambia versante della montagna, si incontra una graziosa santella e non si può non sostare un attimo e volgere lo sguardo alle spalle per osservare Catremerio da lontano. Proseguendo spediti, dopo il cambio di versante, appaiono i primi piccoli borghi delle numerose contrade del Cerro .

 

Il primo nucleo  è quello dei Fienili del Cerro (872 m), il cui nome riporta alle costruzioni per il ricovero del foraggio. Caratteristica principale è l’arrotondamento degli spigoli delle abitazioni per permettere ai contadini di passare facilmente negli stretti vicoli con le ‘sdirne’, cariche di fieno.  Lasciati alle spalle i Fienili, lungo la mulattiera che scende si incontrano le case del Finiletto e di Cerro Pezza, prima di giungere alla contrada di Cà Donzelli, in cui spiccano la piccola chiesetta, costruita dalla famiglia Pesenti (Pèzza) verso la metà dell’800 e le antiche case  caratteristiche  risalenti al Cinquecento. Alcune abitazioni sono state ristrutturate nel secolo scorso, conservando ancora integre le lobbie in legno, singolari quelle triangolari. Ca’ Donzelli, verso la fine dell’800, poteva vantare anche un tornio attrezzato di mola a cinghia per la rifinitura di ‘baslòcc’, baslete, baslutì e pestù de sal’. Nella contrada si trova anche il vecchio edificio delle scuole, oggi ristrutturato e utilizzato per manifestazioni, sagre e per la festa patronale. Lasciato il borgo di Ca’ Donzelli e continuando la mulattiera che scende, si osserva la splendida fontana in pietra e dopo poche centinaia di metri si incontrano le case della contrata “Culo d’Asino” denominata così per l’aspetto delle pendici del colle su cui sorge.     Le facciate in sasso, gli spigoli, i tetti in coppi, alcune lobbie in legno e le scale in pietra per l’accesso al fienile, sono gli aspetti caratteristici di questa piccola contrada, che risale al seicento/settecento. Continuando la discesa sul sentiero si imbocca, a breve distanza dalla contrada, la strada carrozzabile che proviene da Brembilla e svoltando a destra ci si incammina verso una delle due principali contrade del Cerro, Rudino, che insieme a Cerro Foppa, rappresenta ancora il nucleo più abitato della zona. In bella vista spicca la piccola chiesetta dell’Annunciata col suo rustico campanile. La chiesa fu costruita nel 1910 su un preesistente  oratorio del ’600. Il pittoresco campanile, diversamente dalla chiesetta, e’ privo di intonaco, ma con l’apparato murario perfetto e ben conservato.  Cerro Foppa invece si trova appena sotto e di fronte a  Rudino. Il nucleo più antico della contrada risale al ’500, mentre i piccoli insediamenti circostanti al ’600 e ’700. Una bella fontana in pietra posta al centro a poca distanza dal sentiero che sale al borgo di Rudino testimonia l’antica presenza di una sorgente che ha fornito l’acqua necessaria al borgo fino agli inizi del ’900.  La zona del Cerro, oltre alle sue bellezze naturalistiche ed architettoniche, è anche un’area di interesse archeologico. Sono stati infatti rinvenuti nel 1975, una punta di freccia peduncolata e una collana, attribuibili all’età del rame ed attualmente esposti al Museo della Valle di Zogno. Nel 1989 è stato rinvenuto anche un pesce fossile di notevoli dimensioni.  Dopo la visita ai borghi delle contrade del Cerro, l’itinerario riprende partendo dalla contrada di Rudino, imboccando la mulattiera che dal selciato del centro della contrada sale verso la valle di Boscalone, oppure utilizzando la nuova strada agro silvo pastorale che raggiunge la contrada. Boscalone è un piccolo gruppo di abitazioni arroccate su un costone del Pizzo Cerro a 740 mt s.l.m. tra la valletta omonima e quella di Camerata. Ottima posizione soleggiata, gode di un panorama incantevole sulla Valle Brembilla. Numerosi i terrazzamenti delle antiche coltivazioni di granoturco e frumento e, a monte, un’ampia macchia di pascolo verde con alcuni capanni per l’uccellagione. Dal questo piccolo nucleo si continua l’itinerario  costeggiando il versante della montagna fino alla valletta di Camerata, dove sono presenti i ruderi di un antico casale cinquecentesco e da lì si sale fino all’arrivo a Cavaglia, punto di partenza dell’itinerario.